RECENSIONE di Debora Bora redazione teatro.org
“Don Chisciotte.Il viaggio”
4 Luglio 2009 Circolo degli Artisti ore 21.00 - Roma -
Spettacolo teatrale di Helga Dentale
Regia di Fabio Filippi
La recensione di Debora Bora
“Don
Chisciotte. Il viaggio”, spettacolo teatrale scritto da Helga Dentale e diretto
da Fabio Filippi, racconta il viaggio del cavaliere errante, nato dalla penna di
Miguel Cervantes, alla ricerca di glorie e conquiste, in una chiave
interpretativa moderna ed attuale. In questa rivisitazione, il personaggio
cervantino diventa il prototipo dell’ uomo idealista, coraggioso, che crede nei
propri sogni, nei propri valori, li difende e lotta per essi fino alle estreme
conseguenze. Essere considerato un povero illuso, compatito da tutti, non lo
spaventa. Non importa se chi lo circonda lo considera un pazzo perché lotta
contro i mulini a vento, perché scambia prostitute per nobili dame ed un oste
per un castellano: Chisciotte è un vero uomo, un idealista che lungo il cammino
della propria vita cerca, scopre un sogno e lo grida al mondo, e continua a
gridarlo, anche se il mondo non lo ascolta, o non lo comprende. La sua ostinazione
nel credere alla realtà sognata lo porta ad identificare questa stessa realtà
come la verità assoluta. Il sogno diventa realtà, l’ illusione diventa la
verità. La conoscenza della verità diventa la sua forza.
Il testo teatrale di Helga Dentale ci rivela che, in fondo, c’è un Don
Chisciotte in ognuno di noi: quando camminiamo nel mondo, non camminiamo soli
dentro noi stessi, ma lasciamo le nostre impronte indelebili nel mondo. Come
dimostrato nelle storie parallele vissute dai vari personaggi dello spettacolo,
il cammino del cavaliere manchego è uguale a quello che compie ogni persona
disposta ad oltrepassare il confine dell’indifferenza, dell’egoismo, del
qualunquismo. Ecco allora che ognuno di noi può diventare un eroe, nel momento
in cui coraggiosamente lascia una realtà comoda e sicura per intraprendere un
viaggio verso l’ ignoto. Non importa ciò che si trova lungo il cammino, l’
importante è cercare e credere in ciò che si sta cercando. Che il viaggio sia
fisico o solo mentale, reale oppure solo immaginario, che porti ad un successo,
oppure si riveli un fallimento, ciò che conta è che sia stato un viaggio di
conoscenza.
Roma, Circolo degli Artisti, 4/07/09
Voto:
Recensione a cura di Andrea Degl’Innocenti di CULTURALAZIO.IT
“DON CHISCIOTTE. IL VIAGGIO”
15/01/2010 ore 21.00
Woody Allen –Roma-
"Il viaggio di Chisciotte, come il viaggio di ogni idealista: cercare, scoprire, inseguire un sogno. Noi, come Chisciotte camminiamo nel mondo, camminiamo dentro noi stessi, lasciando le nostre impronte."
DON CHISCIOTTE. IL VIAGGIO.
Di: Helga Dentale
Regia: Fabio Filippi
Con: Helga Dentale, Fabio Filippi,
Giacomo Chiaro, Simona Petti
La Recensione di Andrea Degl’Innocenti
Don Chisciotte: un viaggio, mille viaggi
“È tutto pronto, possiamo cominciare”. Pochi amici ed un’atmosfera familiare al Circolo Woody Allen per quella che è una sorta di prova aperta al pubblico dello spettacolo che la compagnia I Girasoli Teatro porteranno in scena al teatro Moncalieri di Torino il 28 gennaio per poi tornare a Roma il 4 e 5 febbraio, sempre al Circolo Woody Allen, stavolta in veste ufficiale.
Si tratta dello spettacolo “Don Chisciotte. Il viaggio”. Don Chisciotte, antieroe per eccellenza, è una figura che si presta ad innumerevoli riletture. Il cavaliere errante dall’esile figura e la fervida immaginazione, che in groppa al fedele Ronzinante percorre le lande della Mancia, ha ispirato per secoli la fantasia di poeti e scrittori, teatranti e sceneggiatori.
La versione proposta da Helga Dentale e Fabio Filippi, accompagnati dalla coppia di giovani e bravi attori Giacomo Chiaro e Simona Petti, interpreta il mito di Cervantes utilizzando la chiave di lettura del viaggio. Un viaggio che parte da quello folle e visionario di Alonso Quijano, in arte Don Chisciotte, ma diventa ben presto universale. Le fila della storia, tenute con maestria dalla voce narrante di Helga Dentale, si diramano nei rivoli di più storie parallele e al cammino di Chisciotte e Sancho Panza se ne affiancano altri: quello di un giudice coraggioso che osò mettersi contro la mafia, o di un immigrato che parte verso l’ignoto con la tenue speranza di trovare un posto per vivere, o quello di un medico coraggioso in partenza per l’Africa.
Storie di viaggi e di folli, insomma. Folli che come Don Chisciotte hanno pensato, per un istante o per una vita intera, che i mulini a vento fossero in realtà giganti contro cui valeva la pena combattere. Che non hanno dato ascolto a chi ripeteva che la loro lotta era vana, inutile il loro viaggio; che si sono battuti fino allo stremo delle loro forze, persino alla morte in alcuni casi.
Le scene provate più volte, l’aria di complicità con il pubblico che assiste alla prova – per buona parte allievi del corso di teatro tenuto dagli stessi Fabio Filippi ed Helga Dentale – nulla tolgono al fascino di uno spettacolo complesso, che alterna momenti di riflessione ed introspezione ad esplosioni di comicità, il tutto tessuto insieme da un filo di ironia sottile che percorre l’intero racconto.
Lo spettatore è trascinato in una storia senza tempo – o forse con molti tempi differenti – ed è chiamato a riflettere sul significato del viaggio e a decidere a chi credere: se al folle Don Chisciotte e ai suoi giganti o a tutti gli altri, quelli sani, che al posto dei giganti vedono dei comuni mulini a vento.
Perché è folle colui che crede in qualcosa che mille altri credono falso. O no?
Roma. Woody Allen, 15/01/2010